Ticino

Dadò: ‘Sarà difficile riconfermare il seggio che lascia Romano’

Il presidente del Centro ribadisce la necessità di congiunzioni e alleanze per le Federali. Agustoni e Fonio sulle loro candidature: ‘Prematuro parlarne’

In sintesi:
  • Il consigliere nazionale momò non solleciterà un nuovo mandato 
  • All'interno del partito è in corso una riflessione sulla ricerca dei candidati
  • Tra i papabili due ‘pezzi grossi’ del Mendrisiotto
Discussioni in corso all’interno del partito
(Ti-Press)
18 aprile 2023
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«Riconfermare il secondo seggio a Berna sarà un’operazione tutt'altro che semplice e di questo bisogna essere coscienti». Commenta così, il presidente del Centro Fiorenzo Dadò, lo scenario che si prospetta a seguito della decisione di Marco Romano di non ripresentarsi alle prossime elezioni federali. Dopo 12 anni trascorsi come consigliere nazionale – motiva la propria scelta lo stesso Romano in una nota stampa – e "dopo lunga riflessione e condivisione con mia moglie, sento l’energia e gli stimoli per scrivere nuove pagine della mia vita. Per consolidare il mio sviluppo professionale, per costruire e cogliere nuove opportunità, per dedicare con maggiore intensità tempo alla famiglia e alle figlie in piena età per scoprire questo mondo".

‘Le certezza del posto che si libera rende la questione più allettante’

La notizia non coglie il partito di sorpresa. «Con Romano – spiega Dadò – ci eravamo già sentiti alcuni mesi fa ed eravamo rimasti d’accordo che ci avrebbe comunicato le sue intenzioni dopo le elezioni cantonali, e così ha fatto». Nel frattempo la segreteria non è rimasta con le mani in mano: «Per le nostre candidature a Berna la Commissione ‘cerca’ ha già fatto un lavoro in parallelo a quello della composizione delle liste per le Cantonali. Un po’ di persone erano già state individuate allora. Naturalmente adesso la certezza di un posto libero al Nazionale rende tutto più allettante per i potenziali candidati».

‘Restando disuniti si può solo perdere’

La consapevolezza di Dadò sul fatto che non sarà facile mantenere i due seggi lo porta a ribadire quella che secondo lui potrebbe essere la strada più opportuna: alleanze e la congiunzione delle liste. «Sono anni che cerchiamo di far capire che ha poco senso presentarsi in ordine sparso a questi appuntamenti elettorali così importanti. Ma il discorso va ben oltre le elezioni. Restando disuniti si può solo perdere. Dobbiamo trovarci e creare delle alleanze costruite sui temi, affinché alcuni molto importanti per il futuro del cantone possano essere portati a buon fine in breve tempo. Purtroppo però fino ad oggi il Partito liberale radicale non ha dimostrato la volontà di trovare delle soluzioni condivise nonostante la nostra apertura», recrimina il presidente del Centro. Atteggiamento del Plr dovuto all'esperienza particolarmente negativa delle scorse Federali, quando entrambi i partiti rimasero orfani dei rispettivi consiglieri agli Stati, e i liberali anche di una buona percentuale di voti per il Nazionale, pur avendo riconfermato i due seggi.

‘Un seggio agli Stati dev'essere del centro politico, questione di rappresentanza’

E in merito alle ambizioni di tornare alla Camera alta, Dadò commenta: «Se vogliamo fare un discorso generale di area politica, quindi sul Centro e il Plr, sappiamo che insieme raccogliamo oltre il 40% dei voti. Quindi perché il Cantone sia adeguatamente rappresentato, un seggio agli Stati dovrebbe essere di quest’area». La porta per le alleanze ai cugini liberali rimane quindi aperta: «Non l'abbiamo mai chiusa a nessuno e non lo facciamo nemmeno stavolta, ci mancherebbe. Nel frattempo stiamo valutando le nostre strategie per riuscire a ottenere il miglior risultato possibile». Il pensiero corre naturalmente anche alle nuove formazioni entrate in Gran Consiglio, in particolare ad Avanti con Ticino e Lavoro. «Potenzialmente è un discorso che può essere fatto un po’ con chiunque», stempera Dadò. E fa sapere che prossimamente il partito si troverà per discutere ad ampio raggio sul tema Federali.

Intanto questo è il momento dei ringraziamenti a Romano: «I suoi sono stati 12 anni di lavoro sicuramente proficui. È stato un deputato che si è molto impegnato per il cantone e anche per delle tematiche importanti per il nostro partito. Pensiamo ad esempio al congedo per i coniugi che adottano un bambino. Ma anche a tutto quanto ha fatto per il Mendrisiotto».

Riflessioni sui profili momò di capogruppo e vicepresidente

«In questi anni abbiamo potuto vedere quanto un deputato a Berna può essere utile per un Distretto. Il lavoro di Romano è stato molto importante per portare anche nel Mendrisiotto un collegamento Intercity adeguato». È quanto afferma il capogruppo in Gran Consiglio Maurizio Agustoni, di Mendrisio, riferendosi alla mozione di Romano adottata dalle Camere federali a fine 2022 che integrerà anche il Mendrisiotto tra le fermate IC. «Quello della provenienza distrettuale non deve però essere l’unico criterio – precisa Agustoni – ma un elemento di riflessione». E per quanto riguarda una sua eventuale candidatura Agustoni frena: «È presto per parlarne. La priorità deve essere quella di mantenere i due seggi al Nazionale. I destini personali arrivano in un secondo momento».

Prudente è anche il vicepresidente cantonale Giorgio Fonio: «C’è una commissione cerca che ha lavorato bene per le elezioni cantonali e ora si rimetterà in moto in vista delle Federali di ottobre». Per trovare un profilo… momò? «Il Centro è un partito fortunato perché ha tanti profili interessanti», risponde Fonio, che abita a Chiasso. «Personalmente penso che sia prematuro parlarne ora, il tempo ci sarà. Berna è quel luogo che un politico guarda sempre con una certa ammirazione».

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