La popolazione è favorevole a un sostegno pubblico al settore e non vede l'ora di riprendere le visite culturali senza timori
Un terzo della popolazione svizzera desidera riprendere le visite culturali senza timori. Lo rivela un sondaggio, secondo cui inoltre la maggioranza degli intervistati è favorevole a un sostegno pubblico al settore della cultura.
Questo terzo sondaggio commissionato dall'Ufficio federale della cultura (UFC) e dal Segretariato generale della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (SG CDPE) condotto dall'agenzia L'Oeil du Public (Suisse) è stato realizzato in aprile su un campione rappresentativo di 1'200 persone in tutta la Svizzera, indica una nota odierna dell'UFC.
La popolazione, rispetto a settembre 2020, è più propensa a riprendere le visite culturali. Il 30% si dice pronto a ritornare nei luoghi culturali senza alcuna preoccupazione. Il 33% desidera riprendere le visite rimanendo prudente e facendo molta attenzione alle misure sanitarie.
I risultati del sondaggio indicano inoltre che ciò che più è mancato alla popolazione è stato vedere spettacoli dal vivo, quali concerti o teatro (61%). In seconda posizione col 59% le visite a zoo e parchi d'attrazione.
Le manifestazioni in presenza sono preferite a quelle in streaming, fatto che mostra l'importanza dell'aspetto sociale. Il 40% ha infatti indicato che ciò di cui più ha avvertito l'assenza è il piacere di uscire e di fare un'attività.
Le proposte digitali durante il lockdown rimangono contrastanti: da una parte ci sono i film e le serie TV in streaming che hanno riscosso un successo immenso (89%), mentre le visite virtuali interessano soltanto un terzo della popolazione.
Le offerte digitali suscitano un interesse soltanto moderato e a lungo termine una "non voglia", questo anche tra il pubblico culturale.
L'impatto della pandemia sul budget per la cultura rimane significativo. Il 36% indica di voler ridurre le spese per le visite culturali (in settembre 2020 era il 55%). Inoltre soltanto il 55% di chi possiede un abbonamento intende rinnovarlo (in autunno era ancora il 69%).
Confederazione e Cantoni hanno preso dei provvedimenti per arginare l'impatto economico della pandemia. La popolazione sostiene in gran parte queste misure, soprattutto nella Svizzera italiana e in Romandia, mentre gli svizzeri tedeschi sono più propensi ad un sostegno di tipo privato come la raccolta fondi o l'aumento dei prezzi di entrata. Il 64% è a favore di un aumento delle sovvenzioni pubbliche per la cultura ed il 61% di un prolungamento di queste misure.
Parallelamente è stato effettuato un sondaggio rivolto alle istituzioni culturali, a cui hanno partecipato in 398. I risultati indicano che la pandemia le ha colpite fortemente. Il 79% di esse, biblioteche escluse, ha dovuto ricorrere al lavoro ridotto e/o all'indennità per perdita di guadagno. Vi è stato anche un calo di più di un terzo nel numero di abbonamenti nel 41% delle istituzioni.
Per quanto riguarda l'offerta digitale, il 47% l'ha ampliata durante la pandemia e il 45% desidera mantenerla o allargarla. Le biblioteche si mostrano molto dinamiche: il 75% proponeva offerte digitali già prima della crisi, l'80% intende mantenerle o ampliarle.