Spettacoli

Lac, la nuova stagione è contemporanea

Mascherina obbligatoria in sala, tanti appuntamenti di musica, teatro e balletto. Con le novità di un festival di danza e un ciclo di conferenze con ospiti internazionali

1 settembre 2020
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Sarà una seconda, inaspettata, inaugurazione, per il Lac: la nuova stagione artistica, presentata ieri in conferenza stampa, si aprirà infatti – l’8 settembre con il già annunciato ‘Luna Park’ della Compagnia Finzi Pasca, anche se già il 5 e 6 avremo le ‘Piccole passeggiate per sgranchirsi l'anima’ di Antonio Catalano per LACedu – dopo la chiusura forzata del Lockdown. Le incertezze per la situazione sanitaria non sono del resto finite, tanto che la prevendita degli spettacoli è al momento limitata agli appuntamenti dei prossimi mesi e la struttura degli abbonamenti è stata ripensata (maggiori dettagli su www.luganolac.ch). Restando agli aspetti pratici di questa stagione un po’ insolita: è previsto un posto vuoto tra gruppi di spettatori, gli spettacoli non avranno intervallo e almeno all’inizio è bisognerà indossare la mascherina anche in sala.

Ma quella di questo 2020 sarà una seconda inaugurazione anche per un altro motivo: il centro culturale avrà presto una nuova Hall, ripensata per meglio accogliere il pubblico e ospitare eventi. Un modo, ha affermato il direttore del Lac Michel Gagnon, per tornare a quella dimensione di condivisione e di incontro che più è mancata durante il Lockdown. Un’idea che Alan Alpenfelt e Sir Taki hanno condensato in un occhio, immagine ufficiale della stagione 2020/21 del Lac. Perché, hanno spiegato i due, occorre “tornare a vedere”, a essere padroni di uno sguardo che non è mai solitario, dopo che durante il confinamento il nostro occhio si è abituato agli schermi.

Tornare a vedere (anche) il teatro, insomma, e allora vediamo brevemente questa stagione, ricca di appuntamenti. Come di consueto, non mancano i nomi importanti della scena, della comicità e della musica: Massimo Popolizio, Umberto Orsini, Alessio Boni, Paolo Rossi, Giorgio Panariello, Teresa Mannino, Virginia Raffaele, gli Oblivion, Renzo Arbore e Giovanni Allevi, giusto per citarne qualcuno. Ma al cuore della stagione vi sono le produzioni e coproduzioni del Lac, iniziando ovviamente quelle rimaste in sospeso per la pandemia: l’interessante ‘Book is a Book is a Book’ di Trickster-p, chiuso poco dopo il debutto, e ‘La bottega del caffè’, prima prova registica importante per Igor Horvat che avrebbe dovuto debuttare la stagione scorsa. Poi ‘Rame’, la nuova creazione della performer ticinese Lorena Dozio – ma sulla danza diremo poi di più  –,  ‘Diplomazia’ lavoro con Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, ‘Bye Bye…’, lavoro di Alessio Maria Romano che sarà a Lugano dopo il debutto assoluto del 14 settembre alla Biennale di Venezia – dove per il suo impegno coreografico e pedagogico riceverà il Leone d’Argento -- , una ‘Fedra’ firmata da Leonardo Lidi ispirata a Seneca, Euripide e Ovidio. In stagione anche il debutto di Camilla Parini con ‘Kiss!’ e di una nuova regia dello stesso Rifici, un lavoro dedicato alla dimensione umana della scienza intitolato provvisoriamente ‘Galileo’.

Alcuni di questi appuntamenti sono all’interno del Fit, il Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea, il cui programma completo sarà presentato settimana prossima. Al teatro contemporaneo è dedicato un apposito abbonamento: si tratta, ha spiegato il direttore artistico Carmelo Rifici, di spettacoli “giusti” per il periodo: «Alcune persone ci chiedono perché il teatro sia così complicato, e la mia risposta è che non è complicato, è complesso perché la nostra vita è complessa e oggi più che mai la complessità deve diventare un valore, non può restare sempre un problema». In stagione avremo, e anche qui citiamo solo alcune delle proposte in cartellone, Romeo Castellucci, Milo Rau,  Lola Arias, Simon Senn.

Si è accennato alla danza: a maggio, «se tutto andrà bene», debutterà il Lac dance project, una sorta di festival dedicato alla danza, con le produzioni delle tre coreografe Virginie Brunelle, Annie Hanauer e Lea Moro. In stagione avremo anche grandi compagnie come il Ballet du Gran Théâtre de Genève, il il Balletto di Basilea e, il 12 e 13 dicembre, la Vaganova Ballet Academy, una delle accademie di danza più famose al mondo, accompagnata dall’Orchestra della Svizzera italiana con lo ‘Schiaccianoci’ di Cajkovskij.

Avremo poi la rassegna, in collaborazione con il centro artistico M-a-t, al Teatro Foce di Lugano che si aprirà il 20 novembre con ‘Risvegli’, lavoro di Mirko D’Urso tratto dal celebre libro di Oliver Sacks, e proseguirà poi con César Brie, Ferruccio Cainero, Margherita Saltamacchia e altri.

Infine, la novità: il progetto ‘Arti liberali’: un ciclo di appuntamenti in presenza e in streaming, delle conferenze – perché il teatro virtuale proprio no, ha spiegato Rifici – per riscoprire e ribadire l’importanza della libertà creativa e di pensiero. Ospiti di prestigio, ha assicurato il direttore artistico che cura il progetto insieme  a Rosa Polacco, e i primi nomi lo confermano: la direttrice del Cern Fabiola Gianotti il 17 ottobre, il divulgatore David Quammen (quello di ‘Spillover’), invitato il 21 novembre insieme al filosofo della scienza Telmo Pievani) e Romeo Castellucci, regista e fondatore della Societas Raffaello Sanzio, con Nicholas Ridout, professore di teatro sperimentale, arti visive e letteratura il 6 dicembre.

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