I capi di abbigliamento furono sequestrati a Brogeda un anno fa. Ora andranno a chi ne ha più bisogno
Poco meno di 20mila capi di abbigliamento contraffatti, sequestrati un anno fa a Brogeda, non sono finiti in un inceneritore, ma dai giudici del Tribunale lariano sono stati consegnati alla Caritas diocesana di Como. Si tratta di 19'800 fra pantaloni jeans e camicie, di piccola e media taglia. Una donazione che sta impegnando alcune volontarie della Caritas a rimuovere le etichette che saranno consegnate alla dogana di Brogeda. A quel punto i capi di abbigliamento torneranno anonimi e quindi potranno essere distribuiti a coloro che ne hanno bisogno.
''In parte saranno distribuiti a Como – prosegue Bernasconi – ma abbiamo anche avvisato le Caritas non comasche, per farli arrivare a più persone bisognose possibile. In questo modo evitiamo di distruggere merce che costituisce un bene importante, e che per noi è davvero un grande dono''. Non è la prima volta che merce sequestrata in dogana, viene assegnata alla Caritas.
Tutto ciò che viene sequestrato a Brogeda e può essere riutilizzato non viene buttato via, ma viene destinato ad associazioni di volontariato. Lo dispongono i giudici una volta concluso l'iter giudiziario, con la definitiva confisca della merce sequestrata. Spesso, però, viene messa all'asta, anche perchè è difficile donare orologi di marca, monete o lingotti d'oro. Le donazioni solitamente riguardano capi di abbigliamento o calzatura che privi di etichette non possono essere messi in vendita.