Portabandiera ai Giochi di Rio, l'italiana Caironi positiva al Clostebol. 'Volevo chiudere una ferita che non si rimarginava. Lo dissi al medico federale'
L’italiana Martina Caironi, medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Londra nei 100 metri e portabandiera della delegazione azzurra a quelle di Rio, è risultata positiva a un test antidoping effettuato a sorpresa dall’agenzia italiana. La sostanza proibita è il Clostebol, un metabolita di steroide anabolizzante. L’atleta, però, si difende: «Conosco la sostanza in questione – dice Caironi –, è contenuta nella crema cicatrizzante che ho acquistato a gennaio dopo tre mesi di sofferenza per un’ulcera all’apice del moncone. Una ferita aperta che nessun farmaco era riuscito a richiudere». E Caironi spiega di averne dichiarato l’utilizzo: «A gennaio avevo chiesto al medico federale la possibilità di usare questa crema e mi era stato detto che essendo impiegata localmente e a piccole dosi non era necessaria l’esenzione per uso terapeutico. Dopo un test antidoping negativo a luglio, siccome la ferita si era aperta altre due volte decido di continuo con piccole dosi, sicura di non incorrere in alcuna infrazione, tanto è vero che all'ultimo controllo di ottobre l'avevo dichiarata». Venendo però bocciata.