Svizzera

Chiesti 21 mesi sospesi per l’ex CEO di Falcon Private Bank

È la richiesta di condanna formulata dal Ministero Pubblico della Confederazione per riciclaggio di denaro qualificato

(Keystone)
29 settembre 2021
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Una pena detentiva di 21 mesi e una pecuniaria di 90 aliquote giornaliere entrambe sospese con la condizionale. È questa la richiesta formulata dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per l’ex CEO della Falcon Private Bank, accusato di riciclaggio di denaro qualificato in relazione allo scandalo del fondo sovrano malese 1MDB.

Il processo si sta tenendo da lunedì presso il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona. Secondo l’accusa, l’imputato dovrebbe versare anche un credito di compensazione dell’importo di 85’000 franchi. La procura federale ritiene che il banchiere, ora in pensione, si sia macchiato di una colpa piuttosto grave.

Stando all’MPC inoltre, la Falcon Private Bank, quale persona giuridica, deve essere a sua volta condannata a una multa di 2 milioni di franchi a causa di una grave carenza organizzativa. Il Ministero pubblico tiene conto del fatto che l’istituto è attualmente in liquidazione e le sue capacità economiche sono pertanto incerte.

Tra le richieste dell’accusa figura anche che la banca versi le commissioni ottenute grazie alle infrazioni per un ammontare di 7 milioni a titolo di risarcimento.

Per l’MPC l’imputato, che in ottobre compirà 65 anni, ha versato fra gennaio 2012 e febbraio 2016 denaro all’estero per un totale di 133 milioni di euro. Ha inoltre trasferito 61 milioni di euro a Khadem Al Qubaisi, allora presidente del Consiglio di amministrazione della banca ed ex amministratore delegato del fondo sovrano di Abu Dhabi, principale azionista della Falcon Bank.

L’uomo d’affari emiratino avrebbe usato questi soldi per comprare auto di lusso ed edifici, tra le altre cose. La banca è accusata di non avere assicurato la separazione delle funzioni e una Compliance indipendente, come neppure un monitoraggio efficace delle relazioni commerciali a rischio, di non avere evitato conflitti di interessi e non avere mantenuto un sistema di controllo efficace ed indipendente. Così facendo ha consentito all’ex CEO di compiere le azioni di riciclaggio contestategli.

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